Michele Postalmarket
“Con postalmarket sai, usi la testa e ogni cosa che ti compri è una festa; con postmarket prezzi inchiodati e sottolineo inchiodatiiiiii”
E’ un’oretta che mi martella la testa questa qua che è la canzoncina di una nota pubblicità degli anni ottanta: Postalmarket era il catalogo di abbigliamento con cui potevi fare acquisti che ti arrivavano per posta.
Una sorta di e-bay ante litteram.
Michele Postalmarket era un mio compagno di classe delle medie. Brutto come la morte e pieno di brufoli fin dalla prima media, quando in genere i maschietti sembrano ancora degli efebucci.
Michele Postalmarket, invero, era stato bocciato due volte. Così era il più grande del gruppo e metteva anche un po’ paura a noi femminucce poco scafate.
Perché parlava sempre di fioccare; e non si riferiva alla neve.
Voleva darci della lingua in bocca a tutte e ci guardava le tettine brufoline in pieno sboccio, con una lascivia che metteva i brividi.
Michele Postalmarket odiava la matematica, ma anche con l’italiano non era proprio un manico: non era molto bravo a ricordarsi i nomi delle cose e così, per esempio, gli avverbi erano diventati “gli addittivi”.
Michele Postalmarket- se lo chiamavamo così, un motivo c’era.
Un giorno di caldo, molto caldo, durante un’ora buca, a Michele gli si sciolse la lingua e non senza una punta di orgoglioso machismo, ci confidò che lui si faceva le pippe davanti alle modelle del catalogo Postalmarket della mamma.
E tutti i mesi, per assicurarsi una fornitura di Postalmarket adeguata alle sue esigenze di adolescente, faceva comprare alla madre un botto di roba.
Roba che poi si metteva per venire a scuola e lo faceva assomigliare vagamente a Pierino la peste.
Ricordo che senso fece a me, un po’ sboccatella e maschiaccia, ma anche così pudica, questa confessione.
Ogni volta che passavano la pubblicità di Postalmarket per tivù e sentivo il gingol, mi passava un brivido nella schiena, a pensare a Michele, chiuso in bagno e alla madre inconsapevole, con la sua permanente cotonata, che comprava felice t-shirt e pantaloncini per il suo bimbo bello.
Svogliando quelle pagine su cui il figlio si era tanto divertito nell’intimita della propria toeletta.
Michele Postalmarket a me faceva ridere; le mie compagne ne parlavano sempre come di un ritardato mentale e culturale (la seconda, probabilmente, era vera) e di un maschilista sciovinista (anche se a 13 anni non usavano questo aggettivo) ma a me mi faceva ridere.
Tirava le caccole alla secchiona della classe; la qual cosa, oltre a darmi su qualche conato, mi faceva ridere. Che lei era sempre tutta perfettina e non passava mai mezzo compito e allora qualche caccola ci stava bene.
Oggi, tornando da una passeggiata con la frolla, ho incontrato Michele Postalmarket.
Erano anni che non lo vedevo. Era con una moglie e un bimbo su una carrozzina che c’ha due mesi meno la frolla.
Lei assomigliava vagamente al ricordo che ho della madre di Michele. Una faccia un po’ bovina, piena di trucco e sorridente.
Lui è invecchiato ma è sempre lui. Solo più elegante.
“Ma ciao Postalmarket!” gli ho detto, sopra pensiero.
Ci siamo fermati a chiacchierare un po’ e ho fatto una di quelle scoperte che a tornare indietro a raccontarlo alla me 13enne, mi sarei ammazzata dalle risate. Michele Postalmarket, per vivere, fa il rappresentante.
E cosa rappresenta Michele Postalmarket? Rappresenta biancheria intima femminile!!!!!!
Non ci volevo credere. Non ha nemmeno più bisogno del catalogo di sua mamma!!!!
Mi hanno raccontato del bimbo e io della frolla; lui ha raccontato qualche aneddoto – edulcorato -degli anni della scuola, alla sua signora.
Poi ci siamo lasciati.
L’ultima cosa che ho sentito, prima di allontanarmi con il passeggino nella direzione opposta alla loro è stata la signora che chiedeva al marito “ma perché poi ti chiamavano Postalmarket???”
Con Postalmarket sai, usi la testa e ogni pippa che ti fai è una festa….
Bellissima..ma mica sarà rappresentante della mia azienda??
urge descrizione………
te-ri-bbi-le…:-)
Quel che si dice “un nome, un destino”..
Baci,
Alessandra
Ma che ridere… Michele postalmarket!!
ma l’hai chiamato davvero Postalmarket?
Quasi peggio della figura con alberico… io lo chiamo amerigo e una mia amica lo chiama romualdo (che c’azzecca poi…)… non vuoi che un giorno lei lo saluta e lo ha chiama romualdo???
Spiegazioni senza speranze… peggio che arrampicarsi sugli specchi!!!!
….
Troppo simpatico Michele Postalmarket…ma il figlio si chiama michy jr. eBay? hi hi hi
Che bello questo aneddoto…succoso e divertentissimo!!!! 😛
ahahahahahahaha
rido….anche se poi….penso…..a quando….il bimbillo……
naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
ho tempo….
vero???????
che poi, diciamocelo, fa sempre più impressione pensare ai figli maschi che crescono e fanno certe cose, ma poi anche le figlie femmine….
ok, la smetto.
non sono pensieri da domenica mattina :DDDDDD
un bacio
billo
Bè, sempre meglio Postalmarket di Pippicalzelunghe, riferito ad un carissimo amoco, nonchè ora serissimo professionista! Solo che mi scappò di salutarlo così in una occasione ufficiale….
Che vergogna!
Bè, sempre meglio Postalmarket di Pippicalzelunghe, riferito ad un carissimo amico, nonchè ora serissimo professionista! Solo che mi scappò di salutarlo così in una occasione ufficiale….
Che vergogna!