Domenica bestiale
E’ stata una domenica bestiale…
Cioè: la frollina è stata veramente bestiale; ingestibile.
Forse il caldo ormai estivo. Forse un tiramento di popò.
Non saprei.
Avevamo organizzato una gita qui con la compagnia della salsiccia e siamo partiti armati di tutte le buone intenzioni.
La preparazione mattutina è stata lunga, perché l’idea era di fare il bagno se possibile e di passare una giornata in pineta con le bimbe.
Mi ero portata dietro il necessaire per il cibo (ormai la frolla non riesce a fare a meno della sua dose di latte artificiale) e per il cambio. Per il clima caldo e quello freddo.
Borse, borsine, zainetti e borsette.
Un armamentario degno di una principessa in trasferta!
E carica il passeggino, e controlla se hai portato il ciuccio e una quantità di bavaglini in grado di contenere la produzione industriale di saliva di frollina e prendi il marsupio per le passeggiate.
E una bella coperta per stendersi in pineta!!!
Alle 10 siamo partiti alle volte della montagna e del lago con la Sofi e famigliabella.
Alle 11.30 abbiamo acquistato dei succulenti panini alla mortadella in un dispaccio montanaro e poco dopo ci siamo inerpicati per un bel sentierino di collina, per permettere alle creature di consumare il fiero pasto in riva al fiume.
In un angolo di natura incontaminata che sembrava di stare nell’isola di Lost.
Poco dopo aver posizionato le nostre terga su sassi appositamente scolpiti dal Creatore, sono arrivati un nugulo di tifosi della locale squadra di basket, del tutto intenzionati a cuocere salsiccia a bordo fiume.
Nobile arte e assai comprensibile.
Se non fosse stato per i cori da stadio che hanno cominciato a intonare che sembrava di stare in Curva alla domenica.
Il cinguettio degli uccellini non riusciva a sovrastare cotanto spirito goliardico.
La Frollina era in estasi per due cose: il vento che spostava le foglie, che ho capito interessarle di più di qualsiasi altra cosa, e il fiume scorrente.
Un acqua cristallina e luccichina che le riempiva la bocca di gorgheggi felici.
Tanto che il cibo è passato in secondo e lontano piano.
Lei emetteva questi suoni, ogni giorno più sfumati e ricchi.
Un misto di grazia femminea e vago sapor di tabagista nano, dopo l’ennesima sigaretta.
Peccato che in tutto questo iddillio bucolico il sole picchiava come Rochi.
E malgrado cremine e cremette a schermo totale, mi si è brasata la creatura, anche se posizionata strategicamente all’ombra.
Peccato che dopo il pranzo non abbiamo consentito a sua maestà di fare un decente pisolino e siamo ripartiti alla volta del lago, nostra destinazione ultima.
E’ stato un lento ma inesorabile rotolare verso una giornata ad alto potere logorante.
Per lei ma soprattutto per noi.
Che alla fine, stressati dal continuo piagnisteo, perfino Tino ed io volevamo picchiarci a vicenda!!
E in passeggino no. In braccio neppure. Nel marsupio non se ne parla.
No, non mangio.
No, non voglio il sole.
No, ho caldo.
Lasciatemi in pace.
Col cavolo che dormo.
Ficcatevelo nel deretano il vostro lago di cacca!
Il tutto pronunciato nel suo linguaggio preferito: il pianto inconsolabile!
Alle 4, dopo aver digrignato i denti tra noi un numero sufficiente di volte, Tino ed io abbiamo deciso di ritornare a casa.
Mentre uno splendido lago, un panorama mozzafiato e una dolce arietta di montagna ci facevano ciao con la manina.
Non ne potevamo più!
Ho invidiato in serie:
- la coppia di anziane signore in toppless di fianco a noi, fumanti paglie e beventi birra, a sparlare della nuora;
- i giovani quindicenni in piena crisi seborroica di fronte alle due biondine posizionate strategicamente al bar;
- la comitiva di trentenni – senza figli!!! – che cuocevano salsiccia in mezzo alla pineta.
Ieri ho avuto un minuto (solo uno eh??) in cui mi sono sinceramente chiesta cosa mi fosse preso quel giorno di marzo dell’anno scorso per infilarmi nel letto con tino, invece di andare a vedere un più sano e meno impegnativo film al cinema.
Ma poi passa.
La guardi e passa.
Resta solamente la percezione che per crescere i figli bisogna farsi un mazzo tanto e che se tornassi indietro forse sarei meno dura con i miei genitori, sapendo che ci sono anche queste giornate in cui tu, tu come persona, vali come il due di picche in un mazzo da briscola…
Domani NON voglio avere impegni…
Povera Panz….Come vorrei capirti!Ma questa riflessione sui genitori non è tanto male…Il fatto è che forse per quegli anni in cui noi figli siamo proprio delle palline ineguagliabili, loro vogliono farcela pagare per tutta la vita 🙂
Io non sono mamma è vero, ma sono una sorella molto maggiore: tra me mia sorella passano 10 anni…e me li ricordo tutti quanti i suoi pianti inconsolabili, e mi ricordo mia madre e mio padre…beh, io ero solo una bambina, ma i miei si fidavano e me la lasciavano (ORA CAPISCO CHE SI SBAGLIAVANO)…io quando piangeva la prendevo e la facevo girare tipo centrifuga, veloce veloce: credimi, si zittiva!
eh già…esistono anche giornate così…almeno tu hai tino..!!
poi però,è vero,guardi la creatura e ti consoli:è così carina,le basta un sorriso per farsi perdonare..
a volte c’erano sono giornate così dure che mi veniva lo sconforto!ora va molto meglio:bisogna solo stare piegate sulla schiena tutto il giorno a reggere la creatura che vuole camminare,ma può farlo solo se tu la sostieni…e lei ha le idee chiarissime su dove vuole trascorrere il suo tempo in piedi:nel bagno(pieno di superfici dure e pericolose)o nello sgabuzzino(pieno di pericolanti ammassi di oggetti pesanti)!!!
porta pazienza,cara panz..
tieni duro..
quella tua creatura è un tesoro,secondo me è simpaticissima e spero tanto di venire un giorno a bologna a fare la vostra conoscenza!
baci.
anche a frolli e tino.
angela e georgette
Leggo della tua domenica e nn poteva cascare più a fagiolo di oggi. Sara ha pianto ininterrottamente tutta la mattina, nn c’era posto dove volesse stare: il ciuccio no, a letto no, la sdraietta no, non ho fame…voleva slo piangere tanto da far piangere anche me! E giusto oggi, ricorre l’annoversario di Concepimento della piccina…me lo sn chiesta anch’io chi me l’ha fatto fare…poi la sbrodolina mi sorride e mi ricordo perchè la amo tanto. Di certo c’è solo una cosa: il mestiere del genitore è più difficile di quanto potessi immaginare.
io una giornata così l’ho avuta sabato. oserei dire che quando parlano è pure peggio 😀
Oh beh, io dopo un’intera giornata di gnola della mostrilla, mi sono chiesta perchè quella sera di settembre non ci siamo fatti una bella partituccia a briscola 😛 ma poi basta guardarle quando NON strillano, NON piangono, sono buone e brave che passano sti pensierini da mamme degeneri!:-P