Complemese
Oggi Frollina compie due mesi. Ieri siamo andati a fare una bella gita, tutti e tre. Lei ha sempre più il sole nello sguardo. E’ attenta e interagisce, soprattutto con Tino e me.
Siamo stati nelle campagne romagnole e come è uso di Tino, ci siamo infiltrati dentro una proprietà privata, a camminare. Lui portava la piccina nel marsupio, io vagolavo con la mente e il corpo. Tutto fango. Ad un certo punto le scarpe erano così pesanti che a momenti non sollevavo più il piede…
Mi è venuto da pensare che in quel posto ci eravamo già stati l’anno passato e che Frollina non c’era, allora. Che le cose cambiano, viste con un bimbo addosso. Come quando ti innamori e torni nei posti dove sei stato tante volte e ti sembrano tutti diversi, tutti nuovi, con nuove luci.
Che devi prendere nuove misure delle distanze tra te e le cose conosciute e che i luoghi filtrano attraverso quello che sei diventato.
In tutto questo, Tino faceva esperimenti fotografici con la nuova macchina digitale, Frollina gli dormiva addosso e io mi guardavo attorno, camminando con nuova spinta, senza pancione e senza lei attaccata a me.
Il sole comincia a scaldare più che prima; anche se per la verità, l’inverno italiano è stato così leggero e fugace, quest’anno, che quasi non ce ne siamo accorti. Le colline sono tutte verdi e digradanti, come piacciono a me, che fa tanto Toscana delle cartoline, con gli alberelli sulla punta tondeggiante e le balle di fieno secco.
Abbiamo parlato di molte cose Tino ed io. Della mia vecchia amica con cui ho rotto un anno fa. Perché era completamente assente, perché addossava a me il suo moralismo, creando false aspettative al nostro rapporto…
Lei è sparita, volatilizzata nel nulla. Non so nemmeno se sa che ho una figlia. Forse da qualche amica in comune. Quante cose possono cambiare in un anno!
Prima sei in un modo, dopo un anno hai mille robe nuove, che dureranno per tutta la vita e ti forgieranno come nessun altra…
Mi ha chiamato una persona per un lavoro che conoscevo, prima di mettermi in proprio, tramite il lavoro vecchio al Museo dei Balocchi.
Mi ha chiesto come andava. Gli ho detto “bene, anche se sono un po’ stanca, sai con la bambina piccola…” Lui, me lo sono vista, ha fatto un salto sulla sedia.
“Quale bambina?” mi ha chiesto.
Un anno fa.
E due mesi fa. Che ero nell’ospedale. A guardarla esterefatta. Che fosse uscita da me e che mischiasse il sangue e i geni di Tino e me.
Che ero in preda all’anfetamina da parto. Dolorante ma iperattiva. Me ne volevo andare dalla sala parto sulle mie gambe, dopo 2 giorni di travaglio…
Sono arrivata in stanza che – mentre Tino distrutto si è disteso sul mio letto – io mi sono messa a mandare sms a tutti per dire che era arrivata la frollina.
Ci ripenso e a volte non so proprio dove abbia trovato le energie…mi chiedo come ho fatto ad affrontare tutto quel dolore e poi, poi quel primo mese, pieno di notti insonni, di dubbi e di spaventoni.
Ora siamo qua.
In un giorno di sole, dentro ad una proprietà privata a camminare. Con Tino che dice che non ci uccideranno mica, stiamo solo passeggiando e non è così chiaro che sia roba di qualcuno…
Io che sfido la mia gigioneria, per non scivolare in mezzo al fango. E penso al caffè, che arriva caldo, in un bar carino di un paese carino.
Mi scalda il caffè. Guardo la piccina nel marsupio. Tino che sta recuperando colore ed energie.
Noi che ci stiamo ritrovando come coppia nuova, con nuove prospettive.
Torniamo a casa e lei si addormenta come un piombo. Ne approfitto per chiedere un massaggio alla schiena a Romantic Man. Ridiamo e ci facciamo le coccole. Dura tutto il tempo di una carezza. Frollina si risveglia che vuole chiacchierare. Viene nel lettone con noi. Il mio cuore è un rimbombo di emozioni. Io che ho rimpianto a lungo un’infanzia presto finita, ora mi ritrovo a essere felice per il riflesso di calore e felicità che vedo negli occhi di mia figlia.
Come prima, nei nostri giri in collina, che a lei è venuta fame e mi sono chiusa in macchina – che era calda per via del sole – e ho allattato. Mentre Tino faceva foto e ci guardava da dietro il finestrino. Un gioco di luci e rimandi. Le nostre vite che si intrecciano.
Il mio dolore atavico che si seda. Quella solitudine antica si placa. La paura svanisce negli occhi del mio uomo. Sulle labbra bianche di latte di mia figlia.
Buon complemese amore mio….
dalla foto sembra di intravedere un nuovo taglio di capelli… passa a trovarci che sono proprio curiosa!!
un bacio
v.
Mi sento di essere la’…chissa’ come mi sentiro’ io quando avro’ un figlio/a…la mia infanzia…le aspirazioni di un genitore…perche’ diciamolo, mio figlio/a e’ diventato tutto.
Che occhi dolci che hai Panza,ci vedo serenita’ orgoglio e amore.
E’ fortunata Frollina.
Baci e auguri di cuore alla piccola dolce Silvia.
Complimenti Tino, in una foto hai racchiuso ciò che Pazallaria ha espresso nel blog…
ciao ,
stai bene con la frangetta…e le tue parole sono sempre toccanti.
un abbraccio e un sorriso.
a & g
Sono ufficialmente commosso.
Parole a dir poco splendide.
Che bello leggerti Panzallaria. Davvero. Perchè dai forma con le tue parole a tante sensazioni che provo anche io, mamma da due mesi e mezzo del mio piccolo Polipino, con cui supero giornate molto felici in cui amo leggergli storie fantastiche, cantargli canzoni, stare vicini vicini, portarlo a spasso in questo autunno pieno di sole, ad altre in cui la stanchezza e il sonno mi abbrutiscono e come un bradipo travestito da pessima madre, consumo il tempo davanti la tv con pigiami di incredibile bruttezza, rosa da ovvi sensi di colpa. E’ bello leggerti e scoprire quanto si assomigliano i mondi delle neo mamme,e la condivisione fa bene almeno quanto la consapevolezza che il senso di colpa fa parte dell’essere madre così come l’amore infinito che si prova verso il proprio bimbo. Il mio il primo dicembre compirà tre mesi e spero proprio di festeggiarlo con il papà con la stessa serenità che si legge nelle tue parole. Un abbraccio!
Un abbraccio a te @Fiorele. Goditi ogni momento, anche quelli pesanti. Sono la cifra della vita vera, ciò che ci rende umani. Un abbraccio