Indovina chi viene a cena


Da quando sono incinta – credo di averlo già scritto – faccio sogni stranissimi.
Non ultimo della serie, ho recentemente sognato che invitato a cena un po’ di amici e che l’archeologo si presentava con una persona nuova: Sergio, in arte SignorSindaco, in arte Cofferati.

Io Cofferati l’ho votato, perché credevo che sarebbe stata un’alternativa migliore alla destra bottegaia che governava la mia bella città prima. Mi sembrava che potesse sancire la fine di un incubo e invece ne è stato l’inizio.

Andavo ai comizi e anche se lui non mi era mai stato particolarmente simpatico, diciamo che ci speravo.

Poi Bologna ha cominciato un lento e inesorabile declino. Colpa dei tempi, di sicuro, ma colpa – soprattutto – sua.

Dei suoi assessori, piazzati in città da chissà dove, che senza il satellitare non sanno nemmeno arrivare al palazzo del comune; delle sue leggi da sceriffo, che piacciono solo agli ultranovantenni e ai servi di partito e del suo modo di fare politica, che è come se fosse il protagonista unico di una rappresentazione teatrale a cui tutti accorrono perché c’è il nome grosso.

Insomma, a me il SignorSindaco non piace proprio per niente.

E – anche se a malincuore – se alle prossime elezioni lo ricandidano – io voto dall’altra parte.
Anche se non mi appartiene.
Ma preferisco sapere fin da subito cosa mi aspetta che essere profondamente tradita come elettrice da uno che si proclama di sinistra e poi l’unica cosa che fa di sinistra è andare a mangiare i tortellini alla festa dell’unità….(che in verità qui da noi ci vanno anche quelli di destra, quindi non vale!).

Il SignorSindaco, dicevo, veniva a cena a casa mia e c’aveva pure la fascia tricolore al collo, come nelle occasioni ufficiali.

Io avevo cucinato una parmiggiana – che davvero non so fare, ma i sogni ti rendono invincibile! – e me lo trascinavo in cucina, che mi aiutasse a fare i piatti, per dirgli due parole.

E gli chiedevo perché, con tutto il bene che ha fatto alla città l’afflusso di studenti e gioventù, ora pensasse solo a tutelare i novantenni. Perché queste assurdità su orari inverocondi di chiusura serale dei locali, polmoni di cultura di Bologna.

Perché tanto odio nei confronti del sano divertimento alla portata di tutti, delle serate in centro o dei centri culturali che – nelle estati del passato – trasformavano Bologna in un unicum in Italia, facendo essere noi tanto orgogliosi e richiamando qui tanta gente.

Perché invece di pensare a ste minchiate o a mettere in gabbia i lavavetri – spesso vittime di cose più grandi di loro – il SignorSindaco non pensa a calmierare gli affitti e a rendere più vivibile la zona universitaria?

Perché non pensa che il cinema in piazza del celebre assessor Guglielmi è si tanto bello, ma che la cultura non si fa solo sul maxischermo e c’è bisogno di luoghi di aggregazione meno elitari???

Il SignorSindaco – che si è anche unto una manica, scodellando melanzane alla parmiggiana – non ha veramente saputo rispondermi.

Mi ha solo detto che dobbiamo avere fiducia. Come nella finanziaria. Un po’ di sacrificio per un domani migliore. Intanto, mangiare parmiggiana fatta in casa.

Io – francamente – sono un po’ scoraggiata.
Perché la mia città è bellissima, con i suoi tetti rossi e i portici e i colli che ci arrivi anche a piedi.

Perché qui c’è la mia vita e i miei ricordi, di quando ne andavo fiera, perché era una città piuttosto civile, dove succedevano delle cose non solo brutte e che affrontava quelle brutte con dignità.

Perché quando avevo 20 anni io, c’erano mille alternative e si poteva stare in giro anche fino alle 4 del mattino per locali, senza rischiare lo stupro, perché c’era tanta gente intorno.

Ora invece la fanno da padroni i ricchi e provinciali borghesi del centro, spesso over 65, che scambiano una birreria aperta dopo le 23 per degrado e intanto speculano sull’appartamentino da 45 metri quadri, affittato a 6 studenti, per 500 euri l’uno.

La fanno da padrone le idee facili, la paura del diverso e la sinistra perbenista della piccola città provinciale.

Alla fine nel mio sogno ci mettevamo a tavola per mangiare: il Coff trangugiava la sua parmiggiana e ci esortava a chiamare “il suo gabinetto” per delle risposte più chiare. A me, formaggio, verdure e ben diddio andavano di traverso. Proprio come l’ultimo voto che gli ho dato.

14 commenti
  1. skan dice:

    ciao
    ho trovato il tuo blog su google
    sto cercando di portare avanti un progetto di racconto collettivo…se ti interessa leggi la premessa in questo blog http://ilmioveroviaggioverso.blogspot.com …qui sono contenute tutte le informazioni che servono
    se (nel caso sia interessato) hai bisogno di ulteriori info questo è il mio contatto msn ed e-mail skanet2003@yahoo.it
    sempre se sei interessato ti chiedo gentilmente di “spargere la voce” per chi (secondo te) possa essere interessato
    fammi sapere
    scusa per il disturbo

  2. Anonymous dice:

    perchè difendere i pensionati e i novantenni?
    ovvio. a questo mondo sono gli unici che hanno un reddito certo.

  3. Panzallaria dice:

    caro anonimo, non ci avevo pensato…c’hai ragione…

    sono ancora più depressa ora.
    ;-9

  4. lemoni dice:

    Cara Franci,
    a 21 anni in Sardegna ho conosciuto il più bel ragazzo con il quale ho mai intrattenuto una conversazione filosofica di più di tre ore( riuscivamo a baciarci in apnea con la lingua e non per 5 minuti abbondanti per un tempo infinito senza averne mai abbastanza!):Gianluca, bonazzo bolognese perso di vista e mai dimenticato!
    Bologna è la mia città del cuore per tante cose:poi ieri mattina in macchina Lucio Dalla e la sua canzone dedicata a Lei… epoi il tuo bellissimo post…devo venì prima che me la rovinino troppo questi politicanti merdosi, come stanno facendo con tutte le nostre città…ma ai nostri figli che gli racconteremo? Cominciano a diventare dei ricordi sbiaditi quelle belle scorribande a Trastevere a mangiare la pizza e a camminare alle due di notte senza aver paura da un posto all’altro del Centro: Campo de’ Fiori, Piazza Navona, Piazza di Spagna…altro che Dolce Vita erano gli anni ’80 e si campava ancora discretamente;e non è nostalgia…
    Mah! Sappi che ti voglio tanto bene pure perchè sei bolognese e pure una incazzosa! brava!
    bACIONI DALLA gRASSIELLA

  5. Anonymous dice:

    sì, pensa a tutti quelli, come me, che per lavorare devono aprire partita iva e spacciarsi per libero professionista, mentre sono praticamente dei salariati (poco). Ho appena finito di leggere il libro di aldo nove “mi chiamo roberta ho 40anni e guadagno 500 euro al mese”. Io di anni ne ho 32 e fatturo puntualmente ogni mese 810 euro. Che poi fatturare è una cosa e tirare i soldi è un’altra… Ho fatto un po’ di conti e se avessi un co.co.pro ci guadagnerei. Se non vivessi (ancora!!!) con i miei non saprei dove sbattere la testa.
    Scusa se ti ho invaso il blog con questo commento che magari centra poco con la tua bologna, però ho dovuto dire la mia. Ho sempre votato a sinistra (quella cosa che non è fi/an/udc e furbetti del quartierino) e anch’io alle prossime non penso che li rivoterò.
    Sono molto deluso. Ma più che altro non vedo futuro.

  6. Anonymous dice:

    ho riletto il post perchè oggi a queste cose ci penso molto.
    E adesso rifletto che quando studiavo io a bologna eravamo in 4 in 42 metri quadri (io pagavo 600000 lire + le spese). Il bagno non aveva finestra ma un aspiratore industriale… cioè il nostro buco (perchè così lo chiamavamo) il borghese 65enne l’aveva ricavato da un appartamento più grande. Quindi supponendo che l’altro appartamento ospitasse altre 4 persone erano 600000*2*4 = 4800000 lire al mese pulite pulite, anzi nere nere.
    Mo’ mi sto a deprimere ancora di più perchè da studente e in nero guadagnavo di più di adesso ed ero sicuramente più felice. O ignaro del fatto che anch’io mi sto riducendo ad un umarell (fico il blog nei tuoi link) incazzoso ed incazzato. Vedo i difetti negli altri quando anch’io sono come tutti loro.

    In bocca al lupo panzallaria. Sei una donna con due palle così.
    Mi ha fatto piacere conoscerti.

  7. Anonymous dice:

    Scusa l’italiano, ma i primi segni di umarellizzazione sono i pensieri sconnessi e sgrammaticati.

  8. Panzallaria dice:

    caro anonimo, anche io sono una libera professionista che fattura ogni mese molto meno di quello che mette in cassa per pagarci le tasse…
    e a 54 giorni dal parto sono ancora qui, a lottare con clienti che chiedono prestazioni da manager e fatture concorrenziali…

    è triste. è triste per la nostra generazione che ha studiato tanto, ascoltando le panzane che solo con una laurea e magari un master (io ho fatto pure quello ;-)) avresti potuto guadagnare e diventare “qualcuno”.
    Ci ritroviamo ora a prendere meno degli operai, a inventarci lavori e senza nessuno che ci tuteli…

    ma è un po’ colpa anche nostra. Perché in francia, non appena il governa ha tentato di metterla nel popo ai precari, si sono uniti tutti, mentre qui ci sembra di essere soli e ci lamentiamo ma non sappiamo aggregarci…

    è un vero peccato.
    e saremo la prima generazione che potrà dare ai propri figli meno di quanto ha avuto dai propri genitori…

    grazie dei begli interventi!!!
    anche alla mia amichetta Lemoni.
    e grazie dei complimenti
    😉

  9. Cathtrine dice:

    “Bologna per me provinciale Parigi minore:
    mercati all’ aperto, bistrots, della rive gauche l’ odore
    con Sartre che pontificava, Baudelaire fra l’ assenzio cantava
    ed io, modenese volgare, a sudarmi un amore, fosse pure ancillare.”
    Cara Panzallaria, la verità è che non so se essere più triste per il tuo post della serie”rivoglio indietro il mio voto”, che haimè è stato anche il mio; o per i commenti dei precari equilibristi sul filo di contratti da nomi fantascientifici. La mia gioventù è post post post anni 80 ma nel mio piccolo vedo la differenza tra oggi e i miei vent’anni, il centro brulicava, ci si sedeva sulle scale di San Petronio a suonare chitarre e bonghi.Ora la gradinata del nostro duomo è transennata, e questa estate non è stata organizzata “Scandellara Rock”(manifestazione GRATUITA, dove bere ballare e ascoltare musica tutti allegramente insieme).
    “Bologna ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto,
    rimorso per quel che m’ hai dato, che è quasi ricordo, e in odor di passato…”

  10. Anonymous dice:

    Ecco, appunto, perché invece di stare qua a piangerci addosso, a riversarci l’un l’altro questioni stranote, a rovinarci con le frustrazioni, non facciamo CONCRETAMENTE qualcosa, come quegli per altro odiosi mangiatori di ranocchie, che però in queste cose hanno due palle così (e io ero con loro, a Parigi, mesi fa).
    Cazzo, la tecnologia ci ha fornito questo incredibile strumento del blog, perché non ci organizziamo per bene e non andiamo a buttare giù il palazzo del Comune?

  11. ABS dice:

    Non conosco bene la situazione di Bologna (ho una sorella che ha studiato lì, ma ci sarò andato solo due/tre volte), ma da quel che leggo/sento in giro mi sono fatto l’idea che Cofferati stia studiando da PresDelCons (penso che comunque ci sia Veltroni in pole position, per elezioni future), facendo scelte sempre più “moderate” (per modo di dire), per sdoganarsi agli occhi dell’opinione pubblica. A me il rispetto delle leggi (anche quelle fatte, ahimé, da altri, e magari non pienamente condivisibili), senza essere esageratamente fiscali, onestamente non dispiace, non trovo sia di per sé un qualcosa di stupido e ottuso, una democrazia si fonda (anche) su questo.
    Detto ciò, i marocchini lavavetri, per esempio, proprio non mi infastidiscono (ma vedo che non è così per tutti: se li si vuole levare dalle strade, che si tenga conto che sono degli esseri umani con dei problemi, e si cerchino soluzioni alternative, così come per le feste alle quali accennavi, ecc.). Sinceramente non condivido la scelta di votare addirittura dall’altra parte… forte opposizione interna e, alle brutte, l’astensione, secondo me.

  12. Panzallaria dice:

    Intanto grazie per la condivisione di opinioni sul mio blog.

    Quella di votare dall’altra parte (e naturalmente mi riferisco solo alle comunali) era solo una provocazione: probabilmente, caro ABS, mi asterrò come dici tu.
    Anche se mi fa schifo.

    Non è la legalità che mi infastidisce ma l’acriticità con cui le leggi vengono piegate ai propri bisogni, all’occorrenza di come soffia il vento.

    Bologna è stata una città profondamente democratica e legalitaria da sempre, fino a quando qualcuno non ha deciso che dovesse essere snaturata del suo essere.

    Per quanto riguarda una discussione sul precariato, da un po’ mi balena nella mente l’idea di aprire un blog dedicato a questo tipo di discussione, anche per decidere come muoversi e soprattutto muoversi…

    caro anonimo, io ora sono in una fase della vita un po’ particolare e non posso dare un sostegno operativo come vorrei, ma se ti va di discuterne, e tu come gli altri, scrivetemi a panzallaria73@virgilio.it

    a me piacerebbe molto far sentire una voce collettiva e magari organizzare qualcosa in un gruppo più largo del singolo…

    un saluto a tutti

  13. Anonymous dice:

    sì panzallaria. siam precari anche nell’organizzazione e nella tutela dei nostri diritti.

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