Anche i ricchi mangiano

zio paperone
Come dicevo, ieri sera c’è stata questa cena di lavoro insieme alla congrega di ricconi per cui presto collaborazione a progetto.

La congrega di ricconi, in via del tutto occasionale (e non a progetto 😉 – orrenda battuta che solo noi “atipici” possiamo capire – si è riunita per una riunione con successiva cena a casa di una dei ricconi: padrona di svariate aziende e con alle spalle generazioni di onesti e facoltosi imprenditori.

Come nelle migliori tradizioni, la suddetta ricconafemmina possiede una dorata dimora sui colli di Bologna, con 200 anni di storia e alberi secolari e lussureggianti.

Suddetta dimora può contenere almeno almeno 8 appartamenti di noiartri poveracci.
Suddetta dimora è il regno del Kich d’altobordo: un museum di oggetti costossissimi che paiono arrivare direttamente dal set di Beautiful o Vivere.
Un luogo dove campeggiano sovrani fiori freschi e rari, coltivati nella serra di famiglia e dove le cucine sono più grandi di quelle della “Cesarina” (nome qualunque di un qualunque ristorante emiliano).

Tal dorata dimora è percorribile sia a piedi che con un ascensore interno che facilita gli spostamenti tra i 4 piani in cui è divisa.

Quando sono arrivata e mi è stato detto di lasciar il mio lerciosissimo piumino (con qualche buco qua e là e le piume che svolazzano neanche avessi appena tirato il collo alla gallina) su un divano stile Luigi, ho avuto davvero paura che Luigi si risvegliasse dal suo letargo secolare per dirmene quattro e opporsi a tale affronto.

Statue di donnine nude celliniane fanno la guardia alla opulenta magione e alle stirpi principesche che vi abitano.

La riunione e successivo convivio industriale si sono tenuti in una tavernetta dove i tromp d’oieuil (trobatori ad olio, o qualcosa del genere ;-)) fanno da cornice a “meravigliose” collezioni di orologi a Cucu e batterie di vecchio padellame in rame.

I nostri deretani si sono posati su sedie che – probabilmente – appartenevano a Gengis Kan, ma che a me ricordavano tanto la Piramide di Gardaland…

Le cicche delle mie paglie sono andate a intasare tombini regali, dove probabilmente si celano topastri di fogna di alto rango e scorre acqua pura, più limpida che sulle coste di Sardegna.

Dopo una riunione lunghissima e piena di commenti socialpolicitici destrorsi, è arrivato finalmente il momento delle libagioni.

Dovete sapere che proprio mentre la ricconafemmina assegnava i posti a tavola – eravamo in tutto 21 – la sottoscritta ha fatto l’errore di andare a stabaccare insieme ad un’altra tabagista.

Quando siamo tornate erano già tutti seduti e rimanevano liberi solo due posti:

1 vicino a Motocorsaro e alla mia commercialista (persona che oltre ad amministrar egregiamente il mio patrimonio di tasse, amministra anche quello dell’ufficietto) e 1 vicino alla riccona femmina e altri personaggi anziani, con cui io non ho altro da spartire se non la cestina del pane in queste occasioni.

La riccona femmina se ne è allora uscita con una di quelle frase che mettono in discussione tutto il tuo essere e la faticosa conquista di un posto al sole nel mondo dei professionisti:

“Panzallaria si siede qui vicino a me, così sta dietro a mio figlio di 4 anni!”

A Panzallaria – pur in istinto materno – le sono girate vorticosamente le palle e ha cominciato a intravedere il pacco regalo della serata: in effetti che ruolo ci può avere Panzallaria in mezzo alla congrega dei Paperoni???

Ma naturalmente quello della baby sitter!!!!!!!

Per fortuna il saggio e avveduto Motocorsaro ha insistito che mi sedessi accanto a lui – che si era ammanettato alla Gengissedia per paura che lo mettessero a servire il vino – e così è stato.

Accanto a noi, uno dei ricconi maschi, uno dei più potenti e più chiaccheroni dell’ufficietto, ha cominciato a parlare e non si fermava nemmeno tra una lasagna e i fagioli alla spagnola…

Ho invano cercato il tasto off dello spegnimento, ma deve essere di un modello più vecchio di Tino, perché non mi è riuscito di trovarlo…

Da discorsi di potenti e un’analisi del livello medio della servitù oggi, si è tranquillamente passati a esaminare le problematiche della vita di coppia, con particolare riferimento al cosidetto “giallo dello spaiato”, per cui dopo un discreto numero di anni di convivenza, finisci per avere tutti i calzini orfani del gemello.

Problema in effetti serio e che ci accomuna tutti – poveri e ricchi – un po’ come la cacca e la morte.

Problema che suddetto riccone ha risolto facendo lavare i calzini all’unico filippino che frequenta, in veste di domestico, la sua casa.

Insomma, il loquace interlocutore preferisce sicuramente l’intervento di un’unica mano nella sua abitazione, perché gli assicura una certa continuità professionale e una fidelizzazione al proprio padrone nutrita anche da componenti affettive.

La riccona femmina nostra ospite pare invece preferire i team di lavoro al consulente singolo: batterie di servi ci hanno servito con dedizione. Ma che bravi! ma che carini! dicevan tutti, quasi davanti alla gabbia delle tigri – drogate per dormire – ai giardini Margherita.

Insomma, si è riso, si è mangiato e si è intessuto rapporti professionali proficui: di certo una serata di quelle che non vedo l’ora di rifare 😉

Quando poi l’argomento è passato alla politica, a Cofferati e “ai suoi amici transessuali” mi sono sentita proprio a casa mia!!!! anche se in realtà sembrava di più la casa delle libertà…

Non fosse stato per lo strappo musculare alla schiena preso in mattinata, non avrei avuto un ghigno perenne da paresi facciale.
Non fosse stato che a casa mi aspettava Tino, il letto e i miei gatti, non sarei stata mezza muta come un sarcofago egiziano.

A onor della cronaca e dell’umanità dei Paperoni, c’è da dire che la riccona femmina ha mostrato il suo lato muliebre e materno, aiutando la servitù a preparare la salsa per le scaloppine.

E a vederli tutti voraci sul piatto ‘sti industriali, tra lasagne, scaloppe e zuppa inglese, non ho potuto fare a meno che constatare che “anche i ricchi mangiano” ma solo noi poveri diventiamo brutti e ciccioni.

7 commenti
  1. Adele dice:

    Hai fatto anche lo sfondo dei commenti in verde…sei un genio del male. Ti confesso che ogni volta che leggo un tuo post un po’ lungo vedo verde per mezz’ora (ma ne vale la pena)

  2. Adele dice:

    Ehm ecco in effetti il verde si vedeva sull’anteprima…ecco il primo commento che ho sovrascritto:

    “Dimmi che hai vandalizzato almeno un po’ o ti levo il saluto!”

  3. Geena dice:

    Ah, quevsti rhicchi, mannngiano eee non ingravssano,behati lovro ! Vorrei essere un po’ rhicca anch’io –> Frase da leggere con cadenza glamour-snob, ovviamenthe… L’importante è tu sia tornata sana e salva! 😉
    Ciao

  4. Panzallaria dice:

    E’ troppo verde il blog??? indico un referendum nazionalpopolare per capire se devo fare qualcosa: tipo cercare di cambiare lo sfondo dei post…

    fatemi sapere.

    per quanto riguarda ieri: ho solo dato del leccaculo al mio capo e raccontato che a far le pulizie da me viene il mio collega Motocorsaro che ha bisogno di arrotondare lo stipendio e viceversa vado io da lui per fare altrettanto: il messaggio subliminale targato “aumento” spero sia arrivato, anche se con il leccaculo, forse mi sono giocata tutto…

    non ho comunque sputato da nessuna parte, purtroppo avevo talmente male alla schiena che avrei espettorato un polmone…

    ma conto di tornare
    😉

  5. Anonymous dice:

    Mamma che serata!!! Sembra quasi un remake della scena in cui Fantozzi va alla cena della Contessa Vien Dal Mare!!! Ci mancava solo Ivan il Terribile trentaduesimo!!!
    Speriamo che non abbiano servito i tordi…

    Per il template, io non lo trovo così fastidioso! Pensa che ci sono quelli tutti in nero con i post scritti in blu con grandezza del carattere di 2 micron!!!

    Un sorriso, e grazie per il link! A presto!

    Selverra

  6. iguana60 dice:

    visto che ti sei messa a dieta la pizza te la porto in bianco e non con lo speck e rucola!!!!!grazie della visita e del commento..ripassa quando vuoi!!!

  7. Lulletta dice:

    ahah sei troppo forte 🙂
    sei per caso andata in bagno? nei bagni dei ricchi c’è di tutto, tranne quello che solitamente si trova in un comune bagno 😛

I commenti sono chiusi.