Una settimana dopo


E’ passata una settimana dall’inizio della mia dieta e non vi ho ancora aggiornato su come è cambiata la mia vita.

Innanzittutto ho coinvolto il buon Tino in questa impresa e, dal momento che anche lui, come nelle coppiette di Botero, è sovrappeso, di certo non gli farà male adattarsi alle mie esigenze.

Prima dell’ora X a casa nostra vigeva l’anarchia alimentare: io ho sempre odiato le famigliole borghesi (sarà che mi viene in mente quella della Delki -una mia compagna di scuola) che pianificano il menu settimanale e TUTTI i venerdì mangiano pesce e bla bla bla; Tino, credo, è sempre stato troppo impegnato a pianificare il resto da avere voglia di farlo anche sul cibo ;-).

Inoltre siamo 2 golosi.

Ma dal 30 novembre tutto è cambiato e mi sono messa ad appuntare tutto il menu della settimana – in base alle indicazioni datemi dal dietologo – e faccio la spesa basandomi sul mio “quadernino della casalinga”.

Mi sono scoperta anche un certo orgoglio, quando in mezzo al supermercato, come una navigatissima manager del cibo e della gestione alimentare applicata, tiro fuori il foglietto “dispensa”, dove in un’elegante lista puntata, ho scritto quel che mi serve, in base alle ricette che farò.

Mi prende talmente, questo orgoglio casalingoborghese, che è proprio un peccato non avere una stampante a casa perché se no preparerei delle slides ricorsive in power point e me le stamperei!

Ci pensate all’invidia di tutte le zdaure al banco dei salumi???? Io che tiro fuori la mia elegante cartellina – perché nel caso mi comprerei una cartellina ad hoc, dato il mio amore per la cancelleria – da cui, come per magia informatica, escono tanti bei fogli ordinati con la mia lista della spesa, spiegatalinkatacolorata!!!!!!
Credo che ne farei schiattare almeno 3, mentre siamo in fila per i formaggi !!!

A pranzo possiamo mangiare pasta (carboidrati), ma condita con sughetti rigorosamente vegetali e non cotti nell’olio ma in acqua. Alla sera ci diamo dentro con la verdura cotta, la carne o uova o formaggio o, soprattutto, pesce. Il pesce, pare, lo possiamo mangiare in quantità: e così abbiamo acquistato 2 bei sacchettoni di merluzzo surgelato.

Fino a questo momento vi ho raccontato la parte facile e divertente della dieta.

Passiamo alla parte che intristisce lo stomaco.

Abbiamo alternato la fase entusiasmo (durata circa una cena) alla fase doveristica (quella che ci dà tuttora la forza, insieme alla bilancia) alla fase allucinatoria.
Quest’ultima si manifesta quando meno te lo aspetti. Qualche nobile esempio:

l’altro giorno, durante la famosa gita all’Ikea siamo andati finalmente a riscuotere al bar un “buono-caffè” giacente da circa 1 anno e mezzo sulla mia scrivania; dato che eravamo in 2, Tino che è un gentleman, ne ha ordinato uno aggiuntivo. E mentre la simpatica ragazza preparava il caffè, ci ha fatto segno di prendere i 2 dolcetti, compresi nel prezzo, che ci spettavano.
Prima siamo scoppiati a ridere perché quando eravamo ciccioni e impenitenti, non abbiamo mai vinto dolcetti senza aspettarcelo e per il nostro tempismo di riscossione, poi la nostra saliva ha cominciato a prodursi in quantità eccessive – avremmo avuto bisogno di un bavaglino!- davanti al trionfo di burro e cacao delle palle al cioccolato e cocco Ikea!!!
Per un attimo ho pensato di: stordire Tino con una lingua in bocca da competizione, allontanarmi senza essere vista, trovare un angolino riparato dietro alla billy con sopra i libri di cartone e finalmente godere della preda e delle sue burrose rotondità…quel cioccolato che si scioglie in bocca e te la impasta tutta, quel burro tra le dita uhmmm.

E invece, dopo esserci entrambi guardati negli occhi come a dire “per questo ti venderei anche al mercato degli schiavi!” abbiamo recuperato la ragione: ci siamo fatti impacchettare i 2 dolcetti per farne dono a qualche amico magro – che spero ora stia valutando la sua partecipazione all’obesity day, dopo cotanto affronto alimentare!.

E ho girato tutto il pomeriggio con questa cosa nella borsa, un piccolo sacchettino di delizie che pulsava sul mio coscione ogni volta che la tracolla ci si andava ad appoggiare. Un dono di Dio (un dio vichingo e buono) che io ho rifiutato così!!!!

Ma le sfide non finiscono mai. Ieri, che ero anche particolarmente affamata, me ne sono andata a fare un giro in centro a piedi. Ho deciso di ricominciare a camminare molto e di buon passo per facilitare il consumo energetico.

Ci credete che erano le 6.30 di pomeriggio e TUTTI quelli che ho incontrato stavano mangiando qualcosa???
In via del Pratello, tra piadine imbottite e kebab ho creduto di svenire; questi meravigliosi e avvolgenti odori mi entravano su per il naso e andavano direttamente allo stomaco che borbottava così forte che gli ho insegnato la prima declinazione latina!!

E io intanto camminavo.

In via Indipendenza, davanti ad Altero (che è la più antica pizzeria a trancio di Bologna, nonché a mio parere, una delle migliori) c’era una folla come non avevo mai visto, neanche avessero organizzato un concerto gratuito di Lucio Dalla!!

Tutti con le loro bocche spalancate, con una gestualità da mimica napoletana, la pizza sollevata per farsi colare la mozzarella filamentosa direttamente sulla lingua e assaporarne la calda voluttuosità…

E io intanto camminavo.

Giunta finalmente in piazza Maggiore, dove mi sono incontrata con la mia amica Jena (la chiamerò così perchè è una che con gli scherzi “ci va a nozze”!) ce ne siamo andate in un pub -il mio preferito- a prendere una birra (io una lemon light) e nel frattempo è stato preparato il banco per l’aperitivo; sistemati ordinatamente in fila, aspettavano di essere notati: salatini, pezzetti di frittata con formaggio, piccole lasagnette fumanti, insalatine di funghi e grana, pezzetti di crescenta ripiena, pasta ai carciofi e vaffanculopanzallaria a volontà!…

Il mio stomaco a quel punto si è ribellato del tutto e, dopo aver imparato il latino e avermi recitato “Odi et amo” di Catullo (il nostro è un rapporto conflittuale, come sapete), ha cominciato a parlare in italiano forbito, con reminiscenze ottocentesche, e mi ha detto “O sposti il culo da qua o te lo faccio diventare ancora più grosso!”, a tal gentili sollecitazioni, non ho potuto far altro che trovare il tavolo più nascosto e infilarmici, incastrata ma così incastrata, da non riuscire più ad alzarmi.

E Jena ha voluto mettermi anche alla prova, sparando una notizia bomba che ci sarebbe giusto giusto stato bene uno o due quadretti di lasagne, per l’emozione!!! Dopo aver appurato, mediante utilizzo della macchina della verità, che non mi stava scherzando come al solito, ho fatto mooolta fatica a mantenere il sangue freddo e a non saltarle alla giugulare per suggerle il sangue, ancora caldo e zuccherino di lasagnette aperitivesche.

Ma come sapete sono una donna forte e mi è bastato ricevere in dono una fantastica agenda 2006 della banca in cui lavora Jena, per tornare a casa soddisfatta, davanti al mio pollo e insalata.

…e comunque, come direbbe la buona e cara Rossella O’Hara, anch’io tutte le sere mi metto in davanzale al tramonto e sospiro un “domani è un altro giorno”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1

6 commenti
  1. Hotellunge dice:

    Divertenti i tuoi racconti.

    Anch’io sono a dieta, ma senza il tuo rigore verso il quale provo un po’ d’invidia.

    Probabilmente ci incontrereno una di queste notti dal mi furner, quando di nascosto da tutto e da tutti, cercheremo di consolarci dai dolori della giornata…

  2. Panzallaria dice:

    caro Hotellunge,
    magari ci potremmo incontrare a bere una tisana o per uno dei tuoi famosi minestroni 😉

    …per quanto riguarda il rigore: diciamo che avendocene messo tanto per ingrassare, mi sembrava brutto non mettercelo anche per dimagrire!!

    grazie per il commento e complimenti per il tuo blog!

  3. Anonymous dice:

    Credo che possa essere anche una questione di abitudine, o culturale in senso vasto.

    A dire, forse tra poco potresti passare alla terza fase, quella in cui in parte cambiano i gusti e la tua saliva non strasborderà più alla vista della cioccolata e del burro, mentre sarai titillata da gigainsalate all’aceto balsamico.
    Inoltre, potrebbe giovarne l’ingegno e la fantasia gastronomica tuoi e di Tino.

    Insomma, penso che anche in questo caso noi e il nostro essere siamo passibili di cambiamento, in più o meno tempo, a patto che lo si voglia veramente.

    Capitan Carlock

  4. Broke dice:

    dolcezza mia, questa dieta valeva la pena essere iniziata anche solo per il grasso e succulento spasso dei tuoi post scritti in evidente stato di grazia. io e la mia piccina ( diventata anche lei una tua affezionata lettrice) ci stiamo rotolando sopra la tastiera e in mezzo a risate che per la loro quantità sicuramente ci hanno fatto consumare un interessante numero di kalorie, ti siamo vicine con kili ( questi sì, a strafottio) di compensione ed empatia :))
    continua così che sei una meraviglia!!!
    Broke

  5. Janet dice:

    Quale entusiasmo, capitano! L’idea volere qualcosa mi stordisce… come il panorama chiaro e limpido di quello che proprio no… i prefer not to.
    Brava Panzallaria, che hai capito cosa vuoi: tieni duro!
    Comunque la mia saliva continua a trasbordare, specie quando dormo.

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