A Lorenzo che ascoltava la musica
Lorenzo era il migliore amico di mio fratello. Quando camminava per strada, con il suo chiodo nero, sembrava uno spaventapasseri travestito: magrissimo, i capelli spesso tenuti lunghi dietro e gli occhialini da intellettuale.
Lorenzo scriveva poesie bellissime, che forse in pochi abbiamo letto ma che arrivavano al cuore e aveva un sorriso così triste e allegro contemporaneamente che ti veniva voglia di abbracciarlo, di stringerlo, di proteggerlo, anche se lui non te lo avrebbe mai permesso.
Lorenzo credeva nell’amicizia, ma il mondo che aveva dentro – benché non lo conoscessi abbastanza per poterlo dire con certezza – sembrava sempre in centrifuga, sempre in conflitto con la quotidianità.
Lorenzo credeva che non dovessero esistere gerarchie e per questo, a 16 anni, insieme a mio fratello, si proclamava anarchico.
Lorenzo voleva piangere ma aveva paura che nessuno lo avrebbe sentito, mentre erano in tanti che gli volevano bene senza riuscire a fare quel che era giusto per lui.
Lorenzo guardava le stelle cercando volti familiari, con la paura che sbiadissero nei suoi ricordi.
Lorenzo rappresentava la parte bella del rapporto con mio fratello: quando lo avevamo intorno si litigava meno e riuscivamo a parlare, al di là del “cosa c’è per cena?”.
Ricordo alcuni mesi in cui lui abitò con noi e stavamo bene: mi raccontava dei suoi amori e guardavamo film assieme.
Io facevo la parte della rompiballe più grande, ma mentre mio fratello non mi sopportava, lui era sempre conciliante, disposto ad ascoltare.
Lorenzo ascoltava musica “forte” che io non capivo.
Lorenzo aveva sempre gli occhi tristi ma sorrideva in un modo che ti apriva il cuore.
Lorenzo -da tempo – cercava un posto dove andare: prima ha provato con l’Inghilterra ma non è stato un successo perché anche lì i suoi fantasmi lo hanno seguito.
A maggio è partito per il Brasile con mio fratello dove ha riso e ha pensato ad una nuova vita, ed eravamo tutti molto contenti per lui.
Ma, forse non è facile costruirsi una nuova vita quando non riesci a fare i conti con quella vecchia.
Lorenzo ascoltava la musica quella sera; fine agosto, i grilli che cantano, i colli che sono dolci come non lo sono mai stati.
Lorenzo ha preso il largo a fine agosto, mentre ascoltava la musica; è andato là, tra le stelle, forse alla ricerca di quei ricordi che temeva di perdere.
Con lui se ne è andato un pezzettino di Panzallaria, un pezzettino di quello strano rapporto, condito di silenzi, che a volte accade tra fratello e sorella.
Di Lorenzo mi rimane un libro di poesie e la dedica che mi scrisse sopra quando me lo regalò, nel 1995:
“La vita è un istante nell’eternità, cerchiamo di spenderlo bene“
Si avvicina il primo natale che Lorenzo non vedrà e a me è venuta una gran voglia di ricordarlo…