Scuola pubblica o privata? questo il problema…
Tra un anno dovrò iscrivere la frollina alla scuola elementare. Mi fa una certa impressione mi fa. Qualcuno mi prende per il culo quando chiedo informazioni su quelle di quartiere ora, che mia figlia non ha nemmeno 5 anni. Ci ho l’ansia. Sono quelle decisioni che oggi come oggi segnano più di un matrimonio. E tutti sappiamo quanto può segnare un matrimonio sbagliato. Oggi diciamolo, il rischio che i nostri figli – grazie alla Riforma Gelmini – non imparino un fico secco, non sviluppino spirito critico e vengano rimpallati da una supplente all’altra per colpa di tagli con il macete è ALTISSIMO.
Un rischio concreto.
Allora si guarda alle maestre come a delle novelle Beatrici, in grado di condurre i giovani virguli italiani al Paradiso della conoscenza. Ci si interroga, ci si confronta tra mamme. Porcavacca questo Governo che sborsa soldi e elargizioni per le scuole private e intanto le pubbliche vanno allo sfascio e non fosse per il cuore di bravi insegnanti e la voglia dei genitori, nemmeno i vetri sarebbero puliti, che non ci sono soldi per queste sciocchezze!
Delle volte ne parliamo al parco, tra uno scivolo e una merendina.
Ma tu hai già pensato a dove manderai la frollina?
E Paolino? Allora lo iscrivi davvero dalle Suore?
Più di una mamma – nel segreto del padiglione auricolare – mi ha confidato la tentazione di pagare e mandare il proprio marmocchio alla Privata.
Cosa vuoi, sono contraria, però se poi alla pubblica non impara niente? le elementari sono la base…è un rischio che mica possiamo correre così, in scioltezza.
Io continuo a dire che se tutti ragioniamo così, è meglio che le scuole pubbliche le trasformiamo in cattedrali cattoliche o cose del genere, che a breve saremo condannati a un Paese con le scuole di serie A (le private) e le scuole di serie B (le pubbliche) frequentate solo da chi non si potrà permettere le prime. Continuo a dire che no, io la frollina la mando alla pubblica, che è un atto sociale, che è l’unico modo che abbiamo per contrastare un sistema che proprio a questo vuole arrivare.
Eppure ho paura. Dico la verità. E se davvero stessi giocando sull’istruzione di mia figlia?
Non sono una disfattista e ci credo poco per il momento, ma la domanda, in tempi oscuri e bui come questi, ha un suo senso.
Io la frollina la mando alla scuola pubblica. Come genitrice mi impegnerò per fare del mio meglio per supportare lei e la scuola. Come cittadina credo che sarebbe un’emergenza culturale e sociale enorme se i figli degli italiani che se lo possono permettere vanno alla privata e i figli degli stranieri e dei più indigenti alla pubblica.
Sarebbe come dire che non c’è speranza di osmosi delle diversità di ceto e cultura. E solo le osmosi portano crescita e innovazione vera.
Ma ogni volta che ci penso, la voce traballa. Come poco prima di sposarsi, che sei innamorato ma temi sempre che una scelta così grande non sia stata valutata in tutti i suoi aspetti.
Voi cosa ne pensate?
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Tranquilla, proprio ieri che cercavo di decidere cosa cavolo avrei scritto mi è capitato in manco un articolo bellissimo, ne parlo da me, che mi ha convinta. La scuola come base serve ai genitori che la base non ce l’ hanno e non se la vogliono fare. Davvero. Il successo scolastico e professionale di un bambino dipende da: 80% ambiente familiare e stimoli culturali da casa; 10 % la scuola; 10% l’ insegnante. E per questo misero 20% vai a pagare la retta alle cattoliche che magari gli inculcano i principi sbagliati? Lassa perde.
credo che il problema ce lo stiamo ponendo un po’ tutti, ora che manca “solo” un anno e mezzo all’inizio della scuola elementare. per quel che mi riguarda, avrei deciso per la scuola pubblica (anche perché dove abito io la scuola privata è sinonimo di scuola cattolica e io dalle suore non ce la mando). però però. all’asilo privato che sta frequentando ora, e che frequenterà anche l’anno prossimo, fanno attività che al pubblico si sognano di fare. al di là dei lavoretti che fanno ogni settimana, il lunedì fanno inglese (non ti fare paranoie 😀 a 4 anni imparano le filastrocche, ovviamente, o qualche canzoncina, cose così) il martedì c’è spagnolo, il mercoledì educazione psicomotoria, il giovedì laboratorio di cucina e il venerdì c’è musica. ora, mi piacerebbe che a sei anni la sua educazione musicale continuasse, come anche lo studio delle lingue straniere e siccome so che a scuola queste cose non le faranno sto valutando di prendere in considerazione dei corsi privati per bambini, da fare magari il pomeriggio. insomma, la mia scelta, per ora, è scuola pubblica con “rinforzino”.
Io il problema me lo sto ponendo già ora che G. ha meno di due anni. Sono e sono sempre stata una grande fautrice della scuola pubblica, perché voglio che mio figlio impari a confrontarsi con gente di tutti i tipi, soprattutto dal liceo in poi (età in cui ero più consapevole e potevo rimarcare le differenze sotto questo aspetto con i miei amici che andavano alle scuole private). D’altra parte ritengo fondamentale che G. abbia delle basi di istruzione (in senso letterale) che è vero che io posso dargli a casa, ma che non so se a cuor leggero sacrificherei basandomi solo su questo convincimento di potergliele dare, in caso di livello della scuola disastroso, da sola.
Ma ce lo manderei lo stesso, l’unico motivo per cui al momento ho dei dubbi è che sento parlare molto bene della scuola Montessori e di quella steineriana, soprattutto per aspetti che io so che non sarei in grado di trasmettergli (tipo la creatività che nella mia persona è pari a zero 😛 ). Per cui ho quantomeno intenzione di informarmi.
mah io sono cattolica e per me non sarebbero sbagliati 😛 ma è proprio il principio alla base (scuola privata migliore a prescindere) che non mi piace.
SCUOLA PUBBLICA a costo di rischiare e colmare le lacune che troveremo, spendendo ore e giorni con mio figlio.
SCUOLA PUBBLICA, sempre, che da dentro magari si riesce ad intervenire: non sulla Scuola, ma sulla scuoletta dei nostri figli, ciascuno il suo. Non son questi i cambiamenti, fare da dentro, provare,m capire e migliorare?
Se molliamo tutti la SCUOLA PUBBLICA, chi ne saprà più nulla? Chi sarà in grado di parlare e proporre da dentro?
PS: ma Panz, tu sei sposata??? non mi risultava che ti fosse mai tremolata la voce come a me davanti al Sindaco…
Avrei scritto un post molto simile al tuo! Ma non ho avuto tempo. La penso proprio così… Ho paura! Perchè la scuola elementare è la base dell’istruzione e se il mio bimbo si ritrova con un insegnante che non ha voglia di impegnarsi? E se tagliano ancora di più e si ritrova con un insegnante diverso ogni anno…. Ma non voglio che mio figlio frequenti una scuola privata, (tra l’altro spesso frequentata solo da famiglie con tantissimi soldi). Voglio che la nostra scuola pubblica, con l’impegno dei genitori, si risollevi. Voglio che mio figlio si confronti con persone di ogni etnia e classe sociale.
carissima, se te lo poni tu il problema che stai a bologna che dovremmo fare noi che stiamo nello stato pontificio?
Scherzi a parte.
La mia ha 7 anni, fa la seconda elementare, scuola pubblica di un piccolo paese di 5000 e passa anime. Non sono andata alla scuola del paese dove abitiamo, ma a quello vicino, più grande, in cui mia figlia va dal nido (privato) perchè qui non c’è e forse anche ci fosse stato non ce l’avrei mandata.
La scuola pubblica è buona, le insegnanti sono capaci.
Ho fatto lo stesso ragionamento, la seguo, passo passo, cerco di confrontarmi con le insegnanti e con gli altri genitori e cerco di impegnarmi come genitore perchè la scuola funzioni. Vuol dire tante rotture di scatole ma altrimenti le cose non funzionano…
Scuola pubblica, sempre…
anche io ho seriamente pensato, qualche anno fa, alla scuola steineriana…..
a volte si pensa che la scuola privata possa esere un investimento per il futuro dei nostri bimbi…giusto, un investimento ma quanti oggi posso permettersi rette da 3/4000 euro l’anno ?????
ho frequentato scuole pubbliche in quartieri periferici di milano…sono sopravvisuta…la mia famiglia mi ha insegnato come ” sopravvivere ” la mia famiglia mi ha insegnato quanto il diritto di frequentare una scuola fosse di tutti e non solo di pochi, questo ho scelto per le mie bambine anche se la scuola pubblica fa acqua da tutte le parti ( e non solo per colpa della gelmini!! )
colpa di presidi ed insegnanti che a volte si dimenticano il loro ruolo educativo, ma pensano solo alla didattica, colpa di TROPPI genitori che pensano che i figli siano un trofeo da esibire, quante mamme conosco che retirbuiscono i figli per il raggiungimento di un bel 10 !!!!!!
trovo che prima dovremmo imparare a dare il giusto valore all’istruzione, anche morale, dei nostri bimbi , poi si potrà discutere del pubblico e del privato
@mavi: che bellissimo commento, mi ha fatto molto riflettere, specie sul finale.
Già deciso per il mio nano..pubblica! A parte che ho la fortuna di abitare in un piccolo centro e quì la scuola, per quanto ancora sia possibile, è davvero vissuta dalle famiglie in maniera concreta e cercando di arrivare là dove l’istituzione pubblica non arriva (vuoi per mancanza di soldi, o per volontà), quindi non mi sono neanche posta il problema sinceramente. Però capisco chi magari vive in città con alta densità di abitanti e dove ci sono tante opportunità, a voltevere e proprie “non scelte” che arrivano ad essere l’unica possibilità.
scuola pubblica! Ci mancherebbe, non ci penserei su un secondo.
Mia madre é stata insegnante di chimica alle superiori, so cosa significa la “qualitá” della scuola pubblica, da ex alunna e da figlia di insegnante: un disastro. O sei fortunato e capiti nella classe giusta con qualche professore che crede in quello che fa, o ti ritrovi in una classe squinternata (il mio caso) e in tutta la mia esperienza scolastica ho incontrato solo due prof che erano capaci di farsi rispettare dagli alunni e saper far lezione, il resto é stato una barzelletta. Peccato che io non avevo mia mamma come insegnante di chimica…lei si faceva le nottate per preparare le lezioni. Nonostante la mia esperienza non proprio felice di ex alunna di elementari strampalate e liceo scientifico altrettanto no comment, non esiterei a mandare mia figlia alla scuola pubblica. Penso che ognuno di noi puó fare la differenza!e in fondo nonostante io non abbia avuto grandi gratificazioni dalla scuola, una volta in universitá finalmente potevo dare il meglio di me senza sentirmi tarpare le ali, e ho saputo viveve fino in fondo e con grande luciditá l’esperienza accademica.Quelli che venivano da anni di scuole private, dopo il primo semestre accademico mollavano la presa…o andavano alla IULM.
grazie…io sono anche questo: http://www.spaziogiocogirotondo.it/
puoi dare un’ occhiata…. esistono ancora genitori che ” ci credono ” noi ne siamo teastimonianza =)
Cara sig.a Panza…
Sulla qualità delle scuole non statali in generale può avere benissimo le sue opinioni contrarie, ma sulla spesa dello Stato in tale settore si sbaglia di grosso, perché non si tratta di opinioni, ma di numeri. Le dirò soltanto che il costo medio delle scuole statali è esattamente il doppio di quello delle scuole non statali. A conti fatti (le risparmio le cifre) lo Stato non solo non ci perde, ma ci guadagna alcuni miliardi, sborsati dalle famiglie private che, peraltro, pagano anche per le scuole statali versando le obbligate tasse del fisco.
Saluti. Antoine
ovviamente io non mi pongo minimamente il problema…o forse si?
Nel senso che pargoli non ne ho e tanto meno in età da scuola, però sin da piccola ho capito che le elementari sono davvero importantissime per come si imposta lo studio futuro…parti con le lacune dalle elementari e te le trascini for ever and ever…
E io nella pubblica ho sempre trovato ottimi insegnanti ma parliamo ormai di dieci anni fa (per le superiori tra l’altro!)…questa cosa della scuola è veramente difficile…ma credo che punterò sempre sulla pubblica…ma cos’è successo in questi anni? quando ci andavo io a scuola la privata era da sfigati e solo per chi non riusciva ad affrontare la pubblica…cosa sta cambiando?
Certo, lo Stato risparmia. Lo Stato risparmia privatizzando la scuola, la sanità, i servizi pubblici. Lo Stato risparmia, solo che le scuole, le ospedali e i servizi poi li dobbiamo pagare noi, che siamo cittadini.
Qualcuno di noi poi si sente anche Stato, e vorrebbe decidere come e quanti soldi spendere e per cosa. Io che mi sento cittadina e anche Stato – io che pago le tasse, per inciso – vorrei che i miei soldi servissero a finanziare una scuola pubblica, di qualità, nella quale come cittadino, come genitore, ho voce in capitolo e posso contribuire alla gestione.
Signor Antonio, e gli insegnanti sotto[agati e ancora più precari del solito, le suore che insegnano gratis, gli edifici pagati con i nostri otto per mille li vogliamo calcolare nel suo computo, ammesso che sia esatto? E poi la scuola pubblica che funziona è un diritto del cittadino, quella privata no e i diritti costano. Ma sono indispensabili. Non si preoccupi, paghiamo molto di più noi a sostenere scuole private che non il contrario basta sprecare quel paio d’ pre su Internet e cercarsi le informazioni.
concordo con Lgo e Mammamsterdam: la scuola pubblica è un diritto, la privata un’azienda e in quanto tale dovrebbe fare la sua gara da azienda, mentre per tutti dovrebbe esistere il diritto inalienabile a un’istruzione PUBBLICA di qualità.
Sai che cosa vorrei dalla scuola elementare che mia figlia frequenterà dal prossimo settembre?Vorrei che ci andasse volentieri e ne uscisse serena, contenta, come era per me ai miei tempi.
Questo vorrei.
Non che la preparasse per le medie o l’università, oppure che fossero avanti col programma di matematica. Vorrei che la scuola primaria non le spegnesse la curiosità e la creatività. Vorrei che imparasse i valori dell’accoglienza del diverso, della solidarietà.
Poi, ho molta fiducia in mia figlia e penso che il resto lo imparerà un po’ alla volta. Io son qua ad aiutarla, se c’è bisogno.La scuola non è la vita, ma solo parte di essa.
Già quello che chiedo alla scuola è tanto, tantissimo, me ne rendo conto.
Il primo passo l’ho fatto iscrivendola ad una scuola pubblica, che pare non sia male, a due minuti di orologio a piedi da casa. Così eliminiamo il primo stress, quello delle levatacce e dei trasporti. Poi speriamo ci siano delle maestre cui stanno a cuore i bambini, perchè la scuola è, anzitutto, le persone che la fanno.La forma italiana è orribile , ma spero renda l’idea.
E su quelle, neppur pagando, per fortuna o sfortuna, puoi avere garanzie.
Mah, a costo di ripescare i triti e ritriti “i soldi non fanno la felicità” e “anche i ricchi piangono”, io conosco insegnanti di scuole private frustrati e incapaci di usare le mille luccicanti risorse a loro disposizione, e conosco bambini usciti dalle medesime scuole ignoranti come capre perché mal seguiti o dalle guide o dai loro genitori. Quindi non passerei troppo il tempo con il naso attaccato a una pasticceria. Credo che, piuttosto, valga la pena, visto che mi pare condiviso il (sano)concetto di scuola pubblica, spendere un po’ di tempo cercando quella che “a pelle”, sapendo quanto questo conti per gente come noi, ti somigli (i POF un po’ aiutano) e via. Il resto lo farà la fortuna, l’impegno, e il tempo dedicato da tutti.
Quello che ho imparato io, fin’ora, è che scuola pubblica, scuola di tutti, significa che si fa tutti un pezzetto, affinché funzioni. Non è male, se si può e quando si può (sperando di non essere invadenti con l’autonomia dei figli).
p.s. Vorrei chiedere ad Antonio se penserebbe di chiedere un contributo a noi se scegliesse cure mediche in una clinica privata facendo leva sul fatto che, in fondo, lui contribuisce a tenere in piedi gli ospedali pubblici, quindi…
Io sono per la Scuola Pubblica…come sono per le donne…in maniera convinta e decisa, ma non ritenendomi “contro” gli uomini….al di là della battuta che pero’ un po’ rende l’idea…sono fermamente convinta del valore della Scuola pubblica. Che vada sì sostenuta con forza…ma che deve anche sapersi sostenere attraverso un percorso di crescita costante.
La Scuola pubblica, oltre che continuare a sostenerla attraverso la giusta contribuzione con le tasse per me passa anche da un piccolo contributo professionale, lavorando tuttora a Progetti con le Scuole (progetti pieni di difficoltà, anche economiche…ma non solo).
Non ho mai pensato seriamente alla possibilità della Scuola privata nel momento dell’iscrizione in prima di mia figlia, perchè non mi appartiene culturalmente, ho fatto scuole pubbliche e la mia esperienza è stata positiva (soprattutto alle elementari).
Mi pare pero’ che in questo periodo la Scuola in generale sia in crisi e non sia davvero tanto (o soltanto) una questione pubblico vs privato.
E’ che proprio, mi sembra, abbia smarrito una componente centrale che è quella educativa, i bambini “fanno” tantissimo, stanno a scuola tanto…ma qual’è il senso, qual’è il progetto? Cosa forma la Scuola? di cosa si occupa? di fare Schede su schede fotocopiate? di FARE attività? di riempire un vaso? di istruire e basta?
Non la so generalizzare…e credo non sarebbe utile…ma la mia esperienza è questa: fino alla I elementare la mia bimba ha frequentato la Scuola pubblca (Materna e I), poi tornava a casa dal tempo pieno “sconvolta”, aveva dato tantissimo e mi sembrava che guardasse me e il padre per avere conferme…certo che era stata “brava”…poi guardavo i quaderni pieni di schede fotocopiate da riempire di parole e di colori “giusti” in tutti gli spazi (e ho ripensato al mio album di I elementare dove la mia maestra ci chiedeva di fare dei disegni a tema), poi ripensavo alle due riunioni di classe (in prima) in cui le maestre si lamentevano di quanto i bambini fossero immaturi e non possedessero i prerequisiti….e abbiamo fatto una scelta non contro…non scegliendo una scuola privata immaginando che sia quello che garantisca un’attenzione educativa (anzi…) ma andando, come “carbonari” a cercare una pedagogia “speciale” in cui si possa incontrare, almeno per noi, una “buona pedagogia” punto. La mia bimba frequenta la Scuola steineriana. Con mille “sacrifici” anche logistici e di sveglia al mattino…con mille dubbi (ancora!!!!) sull’aver fatto la scelta “giusta”, ma non penso sia una Scuola di elite, è piena di genitori che hanno fatto un percorso simile al nostro. Certo, poi ci sono anche genitori molto più “convinti” a livello ideologico (per me troppo convinti)…mal’approccio secondo me è a misura di bambino (o meglio, della mia bambina) e rappresenta quello che una buona scuola dovrebbe offrire.
Quindi…i dubbi rimangono, ho fatto scelte che non avrei immaginato di fare….ma il dialogo è aperto, e questo mi sembra importante.
Auguri per il percorso della tua bimba!
io sono mamma di tre bambini: uno di 8 anni (affetto da ADHD), una di 3 anni e mezzo ed una di 2 anni.
Io RINGRAZIO vivamente la scuola privata in quanto mi ha dato la possibilità di lavorare per contribuire agli impegni ed alle spese familiari. Perché la pubblica, dove abito io, apre alle 08.20 e chiude alle 16.05. Beh, io lavoro dalle 08.00 alle 18.15, come avrei fatto? E’ vero, pago una retta non da poco, è vero, si trova in un altro paese, però io non posso lamentarmi a differenza di mia cognata che ha la bambina nella pubblica del paese e che due giorni su tre i bambini sono a casa alle 12.15 e lei si lamenta perché deve pagare una tata fino a che non esce dal lavoro, ha la tata che accompagna la bambina tutti i i giorni e che la va a prendere in quanto lei finisce il lavoro alle 17.00. Si lamenta perché i bambini sono indietro con il programma in quanto prima le maestre arrivano, cambiano, supplenze, libri di testo che non arrivano, in più il costo. IL COSTO???? Ma la pubblica non era gratuita? Ebbene si in teoria ma in pratica no: costo per il materiale, costo per le gite, costo per i cambi, costo per la merenda, costo per la tata e costo per le RIPETIZIONI. Le ripetizioni???? Alle elementari??? Ebbene si! Perché con il fatto che in classe vi sono vari stranieri (di nazionalità soprattutto magrebina), la maestra non può far lezione in quanto donna! Ed i bambini hanno l’ordine dal proprio padre di non ascoltare un’insegnante donna! E poi??? La difficoltà della lingua diversa che penalizza i bambini di madrelingua italiana. Ed a conti fatti spendo meno io per la privata che lei per la pubblica. E per finire non ci sono i laboratori il venerdì pomeriggio (rugby, calcio, danza, ginnastic artistica, nuoto, teatro, dama, scacchi, lettura, potenziamento di inglese, ecc), nessun aiuto compiti, non ci sono i 6 campi di calcio a cui sono abituati i miei figli ed in cui corrono felici, nessuna lavagna interattiva, ne tutte le iniziative fantasticamente costruttive come lezione con la madrelingua di inglese, concorsi di narrativa, conoscenza in 2 elementare di tutto lo scheletro in educazione fisica (perché a ginnastica alla pubblica non esiste la teoria), nessuna pausa per annaffiare l’orto della classe, nessun open day in cui i bambini sono protagonisti e accompagnano i nuovi genitori, nessun potenziamento per le “eccellenze” di fine anno, nessun pic-nic ad inizio anno scolastico e nessun pic-nic a fine anno con tanto di partite a calcio bambini e ragazzi contro insegnanti e genitori, no le majorette con l’inno scolastico, no ai gonfiabili per festeggiare la fine della scuola, no al progetto estate con tanto di vacanza di 6 giorni a Pinarella di Cervia. Beh, avete ragione: in un mondo perfetto questo lo dovrebbe offrire la scuola pubblica, nel nostro invece lo offre solo la privata.