Perché domenica scendo in piazza

Domenica 13 febbraio si avvicina.

La mobilitazione nazionale, fatta di tantissime piazze italiane, si avvicina.

Nel frattempo in Rete e durante riunioni organizzative sento un sacco di pareri contrastanti e diversi.

Solo a Bologna i “distinguo” dall’appello di Se non ora quando? sono tantissimi. Io stessa non mi ci ritrovo in toto. (Se volete avere info su come è nata la mobilitazione, qui ho fatto delle FAQ).

Però.

Però credo che questo NON sia il tempo dei distinguo. Non è nemmeno il tempo di escludere.

Una mobilitazione, per sua stessa natura, dovrebbe essere POPOLARE.

E oggi sono qui a rivendicare il carattere popolare, corale di questa mobilitazione PER le donne, per una rappresentazione sfaccettata delle donne italiane, per farne emergere lo sconcerto di fronte alla strumentalizzazione che ne fa la POLITICA e i MEDIA e al ruolo che gioca il corpo delle donne nei giochi di POTERE degli uomini.

Concordo con questo intervento sul Corriere della Sera, domenica devono venire le persone comuni, quelle che non hanno sposato la causa femminista, quelle che in questo momento, più che mai, sentono che possono dare un contributo FATTIVO.

Non sono una filosofa, non sono nemmeno una che ha studiato le questioni di genere tanto bene da potersi definire un’esperta: diciamo la verità, quando ho fondato Donne Pensanti, proprio all’inizio quando era solo un blog dove raccogliere adesioni e far stampare volantini, non ci pensavo nemmeno al femminismo.

L’ho fatto perché come cittadina, come elettrice, come partecipante attiva alla vita sociale di questo Paese, mi sentivo fortemente indignata dalla rappresentazione univoca della donna che usciva dalla cronaca politica.

L’ho fatto perché ero stufa che si parlasse delle donne solo quando usciva l’ennesima storia di sesso e potere e solo in quei termini.

Poi la cosa è diventata complessa, i progetti sono cresciuti e i contributi e pensieri si sono moltiplicati, grazie soprattutto alle persone che insieme a me hanno fondato l’associazione e a tutti coloro che partecipano attivamente alla community.

Ma oggi voglio dire – e non a caso lo faccio qui, nella mia casa virtuale – la mia.

Voglio rivendicare il mio ruolo di donna “post moderna” (permettetemi l’uso di un aggettivo che forse è anch’esso improprio), figlia di Gig Robot d’acciaio e Candy Candy.

La mia generazione è cresciuta negli anni ’80.

Nel ’77 avevo 4 anni e l’unico ricordo che ho delle rivolte è quello di una bambina di 4 anni che sente tremare la terra per i carri armati arrivati in città.

Ma non voglio per questo fare un MEA CULPA. Mi sono persa le grandi lotte femministe di quei tempi ma ora faccio queste. Che sono diverse. Giocate con toni, modi e strumenti diversi.

Con scenari diversi.

Oggi forse è importante che ci siano non tanto coloro che hanno teorizzato il femminismo di quegli e questi anni, ma le mamme, le lavoratrici precarie, le single, le disoccupate, le discriminate sul lavoro, le confuse, le a-politiche, quelle che non arrivano a fine mese, le plurilaureate che lavorano al supermercato, le ricercatrici snobate, quelle che aspettano che arrivi il loro turno e quelle che no.

I distinguo si fanno tutti i giorni con le attività concrete di ogni associazione, realtà, collettivo, persona.

Ma domenica bisogna ESSERCI perché solo in tanti, solo insieme, possiamo poi dare voce ai differenti distinguo. Solo in tanti possiamo far sentire la nostra voce a chi ci governa (i MEDIA in primis).

La mobilitazione di domenica non deve essere percepita “come cosa per femministe” ma deve essere un movimento che nasce da pancia e cervello delle persone che NON CI STANNO più.

Abbiamo bisogno di una politica diversa, di uomini e donne politici che rispettino la legge e che siano esempio di etica, rispetto e che promuovano il bene di questo Paese, nono solo gli interessi personali.

Devo essere sincera: mi lascia indifferente COSA fa Berlusconi a casa propria, ma non riesco ad accettare che lui o altri scambino favori sessuali con cariche politiche, che il POTERE politico sia contrabbandato in cambio di favori personali (sessuali e non) e che prima dell’interesse PUBBLICO, da parte di chi ci governa, ci sia l’interesse PRIVATO, giocato tra le lenzuola.

Se Berlusconi fosse solo un uomo molto ricco malato di sesso non proverei che pena per lui e per il modo in cui esorcizza la paura di invecchiare e morire.

Ma Berlusconi è il Presidente del Consiglio italiano.

Berlusconi sposta consensi con le sue televisioni.

Berlusconi ha un potere PERVASIVO che nessun altro, prima di lui, aveva avuto.

Credete davvero che si possa dissociare pubblico e privato? Credete davvero che il suo modo (fortemente misogino e strumentale) di USARE le donne non produca una catena che si riverbera anche nelle nostre vite?

Le TETTE di cui abbonda la nostra televisione non sono forse il panem et circenses di un sistema mentale e mediatico che pensa che questo sia l’unico modo che abbiamo noi italiani per solazzarci?

Io domenica ci sarò come CITTADINA e come DONNA.

Ma penso che anche gli UOMINI ci debbano essere. Perché la questione femminile, il modo in cui veniamo strumentalizzate e usate riguarda anche loro. E non solo come padri, ma come cittadini. E’ una questione di ABUSO DI POTERE, di CORRUZIONE, di uso a fini personali del bene pubblico.

Ed è soprattutto una questione di RISPETTO per l’altro.

Le cronache pruriginose degli ultimi giorni ci insegnano non che Berlusconi è un porco, ma che questo SISTEMA deve cambiare, che la rappresentazione politica (e quindi di chi ci rappresenta agli occhi del mondo) dell’Italia è triste e svilente.

Per tutti.

Non sarò in testa al corteo domenica. Perché in testa al corteo ci saranno solo le donne. Lascio il posto a chi – prima di me – ha fatto le battaglie femministe degli anni ’70 e per questo ha certamente più consapevolezza.

Io sarò in fondo, insieme al mio compagno, mia figlia e a tutti coloro che pensano che donne e uomini, in questo momento, debbano viaggiare uniti.

Perché fino a quando penseremo che i problemi di qualsiasi altro, minoranza o genere, non ci riguardano, ci terremo questo SISTEMA e dovremo sopportarlo.

Ci sarò – spero – insieme a tutte le persone come me, che non hanno grandi basi culturali e teoriche sul femminismo, che conoscono poco il ’77 e molto le modelle con le spalline degli anni ’80 e i falsi miti di una uguaglianza e parità ottenuta dalle nostre mamme manager ma che ora SANNO che non possono non esserci.

E’ un momento importante e noi tutti possiamo fare qualcosa. Ma la rivoluzione culturale e del pensiero non si fa in salotto: ogni tanto bisogna prendersi la responsabilità di metterci FACCIA e GAMBE e scendere in piazza.

Sabato 13 febbraio, se sei a Bologna, vieni in piazza XX settembre, alle 14.30.

Se sei in altre città italiane, consulta la mappa degli eventi

Che tu sia donna o uomo,

non sentirti inadeguato.

C’è bisogno di OGNUNO di noi.

Penso che il femminismo sia una causa comune per l’uomo e per la donna, e che gli uomini riusciranno a vivere in un mondo piu’ equo, meglio organizzato, un mondo piu’ valido, soltanto quando le donne avranno uno status piu’ equo e valido; la conquista dell’uguaglianza li riguarda entrambi.

Simone de Beauvoir

16 commenti
  1. Owl dice:

    Condivido in pieno il tuo pensiero. Non è più tempo ne di delegare ne di temporeggiare. Io andrò come donna e cittadina, proprio come te. Andrò perchè non tollero che alla guida del mio paese ci siano uomini che credono di poter delinquere (perchè quelli sono reati, non solo contro la mia dignità di donna) impunemente.

  2. patrizia dice:

    Concordo pienamente con te, non è questo il momento dei distinguo. Saremo in piazza per tutti noi, per il nostro futuro e contro un sistema che non è più accettabile. Ciao

  3. distrattamente.me dice:

    Ciao!!
    Ti ho seguita dal blog di donne pesanti!bello il tuo blog.
    Molto vero questo post!sono proprio d’accordo.
    Io di tutto questo disastro ne ho colta una sfumatura ancora diversa,ma per trascorsi personali.
    Però hai proprio ragione il momento è importante e tutti possiamo fare qualcosa!!!

  4. Sara dice:

    Ho dovuto rifletterci un po’ su anch’io,e le tue parole sono un ulteriore conferma che facciamo bene a superare distinzioni e divisioni e a riempire le piazze domenica. Ti quoto in toto!

  5. deborah. dice:

    Non è il momento dei distinguo, delle lane caprine..ho sentito che l’udi non parteciparà. Peccato. Sbaglia.
    Andiamo in piazza (anzi noi veneziani in Campo)a dire BASTA!!!

  6. melanele dice:

    L’emergenza è troppo grave per non partecipare.
    Grazie di aver pubblicizzato, non ho visti molti blog di blog che l’abbiano fatto.

  7. fritti dice:

    una volta una donna mi ha detto:
    – le donne delle caverne riuscivano a proteggere i propri figli dalle belve feroci, anche quando gli uomini erano lontani e
    l’unica arma che avevano era la COMPLICITA’ –

    ecco,
    domenica io scendo in piazza per la complicità femminile.
    viviamo in eterna competizione, chi lavora di più, chi è più mamma, chi è più magra, chi ha la pelle più liscia, chi i capelli più sani, chi cucina meglio, chi ha fatto più viaggi, chi parla più lingue…
    cerchiamo i punti deboli delle nostre nemiche prima ancora di guardarci negli occhi

    basta
    la competizione è come la gelosia
    succhia energia, isola e incupisce
    e l’ambiente in cui viviamo ci tiene in continuo conflitto.

    oltre al valore dell’amicizia, mi piacerebbe insegnare alle mie due figlie la forza della complicità tra donne,
    ma ho bisogno di conoscerla sulla mia pelle per poterne anche solo parlare

    a domenica ragazze

  8. Giorgia Vezzoli dice:

    Brava Francesca. Mi hai fatto bene.
    Porterò dentro di me, alla manifestazione, le tue parole.
    Giorgia
    Vita da streghe

    PS: “Perché fino a quando penseremo che i problemi di qualsiasi altro, minoranza o genere, non ci riguardano, ci terremo questo SISTEMA e dovremo sopportarlo”.
    Ah, quanta fierezza!

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